L'inchiesta su Fincantieri sta scoperchiando una situazione vergognosa che con la Fiom denunciamo da più di 20 anni. Bastava parlare con i delegati sindacali o andare a volantinare ai cancelli per accorgersene.
Ma non ci sono da denunciare solo le tante complicità e omissioni della politica come degli ispettorati del lavoro o di magistrati disattenti rispetto a denunce della Fiom.
Va detto chiaramente che questa situazione di terzomondizzazione della nostra cantieristica (e non solo) è figlia delle pseudo-riforme del lavoro di centrosinistra e centrodestra. Nel 1960 erano state vietate con la legge 1369 l'intermediazione e l'interposizione di manodopera con appalti e subappalti. Nel nostro ordinamento, come scrisse in una sentenza la Corte di Cassazione, si introduceva "il divieto di interposizione parassitaria nelle prestazioni di lavoro". Come si è arrivati al sistema mafioso che da anni regna a Fincantieri con lavoratori immigrati supersfruttati anche 15 ore al giorno a 3-4 euro l'ora e anche meno?
Tutto questo è stato reso possibile dal pacchetto Treu che ha introdotto nel 1997 il lavoro interinale (governo Ulivo) e dal decreto legislativo 276 del 2003 del ministro leghista Maroni che ha introdotto la cosiddetta "somministrazione". La precarizzazione del lavoro ha generalizzato condizioni di lavoro schiavizzato, sottopagato e senza diritti. E la propaganda fascioleghista ha trasformato in capri espiatori del malcontento popolare proprio i lavoratori immigrati che sono le vittime principali di questo far west.
Denunciamo non solo l'azienda che si dichiara estranea, quando è evidente che i fatti che emergono sono propri di un sistema pensato dall'azienda stessa e inquisiti sono dirigenti che hanno fatto carriera con questi metodi, ma anche le stesse forze politiche - dal centrosinistra alla destra estrema - che continuano a sostenere una strategia bipartisan di distruzione dei diritti del lavoro.
Visto che Fincantieri è una delle rare aziende di Stato, seppur ormai trasformata in Spa, che pratica delocalizzazioni all'estero, si cominci da lì una svolta smantellando questo sistema, internalizzando i lavoratori delle ditte esterne. Ma soprattutto governo e parlamento cancellino le leggi che hanno consentito questa vergogna.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Paolo Benvegnù, segretario regionale Veneto PRC-SE
Rifondazione Comunista